Ieri notte il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per modificare i dazi reciproci, imponendo tariffe che vanno dal 10% al 41% su una settantina di Paesi e confermando il 15% per l’Unione europea. Punito il Canada che ha annunciato di voler riconoscere la Palestina, con la tariffa che sale dal 25% al 35%. L’India viene colpita con dazi al 25%; la Svizzera al 39%; 30% per il Sudafrica; 15% per Israele, Turchia, Venezuela, Cameroon e Ciad; 20% per Taiwan, Vietnam e Bangladesh; 19% per il Pakistan. Trump ha spinto molti partner commerciali a cedere, minacciando dazi ancora peggiori e ha evitato per ora le conseguenze negative per l’economia Usa previste da molti esperti, ma l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali è aumentato al 2,6% a giugno. Epocale l’accordo con la Ue, ma si lavora sulle possibili esenzioni. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: ‘Negoziati all’ultimo minuto per evitare la scure dei dazi Usa’ – pag. 4)
Rassegna Stampa Fiscale
1 Agosto 2025
Corriere della Sera - Viviana Mazza - Pag. 8
Il giorno dei dazi, Trump firma l’ordine ‘L’Europa dovrà pagare il 15%’
1 Agosto 2025
Corriere della Sera - Andrea Ducci - Pag. 8
Il pasticcio della web tax, il no degli Stati Uniti L’Italia prevede la soglia 3%
Il presidente americano Donald Trump ha definito la web tax ‘inaccettabile’. Questo perché intende salvaguardare il primato tecnologico americano rispetto a quello cinese. E tutto quello che può ostacolare la leadership delle big tech (compreso le tasse) costituisce una minaccia. Per questo Trump ha indicato che l’accordo sui dazi impegna Bruxelles a non introdurre tasse digitali, ma, per ora, la Ue non ha intenzione di cambiare le regole e il diritto di regolamentare autonomamente lo spazio digitale. La web tax, però, non figura nel bilancio pluriennale della Ue, sebbene alcuni Paesi l’abbiano introdotta, come l’Italia, dove prevede un’aliquota del 3% sui ricavi generati da pubblicità su siti e social network.
1 Agosto 2025
Corriere della Sera - Giuseppe Sarcina - Pag. 9
Slitta il testo congiunto, si tratta ancora sulle deroghe per tutte le categorie
L’ordine esecutivo di Trump fissa al 15% il dazio applicato a circa il 70% delle esportazioni europee. Da oggi, 1°agosto, le dogane americane applicheranno un prelievo che passa dal 10% al 15%, anziché il 30% come inizialmente previsto in caso di mancato accordo, sulla gran parte delle merci europee, compreso vino, alcolici e farmaci. Su questi capitoli, però, proseguono le trattative per spuntare una tariffa più bassa. Il quadro è ancora in movimento. La Commissione europea contava di sottoscrivere, al massimo entro oggi, una dichiarazione congiunta con gli USA. Un impegno che confermasse sia il prelievo del 15% ma che chiarisse i punti chiave di un accordo molto complesso. Per la dichiarazione l’amministrazione a stelle e strisce chiede tempo. Europei e americani si confrontano su un documento che non avrà alcun valore giuridico ma che costituirà la base su cui sviluppare le trattative settore per settore. Il problema è che le posizioni sono ancora distanti su diversi aspetti cruciali. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: ‘Ue: da oggi ci aspettiamo tariffe del 15% come da accordo, anche per il vino’ – pag. 4)
1 Agosto 2025
Corriere della Sera - Mario Sensini - Pag. 11
Il governo: obiettivo limitare i danni La partita per ottenere esenzioni
La scorsa notte il presidente americano ha firmato l’ordine esecutivo sui dazi e per l’Europa le tariffe sono fissate al 15%. Da oggi, 1°agosto, l’accordo commerciale con il governo italiano prevede dazi al 15% . Mancano ancora piani per sostenere le imprese nazionali danneggiate. Benché, secondo le analisi della Cdp, i danni effettivi potranno essere limitati a pochi miliardi di euro. Forse solo 4. Secondo il governo, l’Italia potrà approfittare del fatto che molti altri Paesi ‘concorrenti’ pagheranno un dazio più elevato alle frontiere Usa, come l’India per cui paradossalmente l’Italia potrebbe anche guadagnare quote di mercato. Per dare attuazione all’accordo con la Ue, Trump dovrà dare istruzioni alle dogane americane sull’applicazione del 15% (50%, invece, su acciaio e alluminio). La speranza del governo italiano è che si avvii la seconda fase del negoziato, quella sulle esenzioni ed i regimi speciali che sono la vera partita da giocare per limitare i danni. Difficilmente prima il Governo metterà mano a un programma di sostegni alle imprese che dovessero subire danni dalle nuove tariffe.
1 Agosto 2025
Il Sole 24 Ore - Carlo Marroni - Pag. 2
L’inflazione resta stabile ma il carrello della spesa rincara dal 2,8% al 3,4%
I dati Istat evidenziano una inflazione stabile nel mese di luglio, all’1,7% che cresce dello 0,4% su base mensile. Ma le dinamiche sono molto diverse: gli alimentari accelerano ancora e portano la crescita del carrello della spesa da 3,4% a 3,8% e per i beni per la cura della casa e della persona l’incremento è doppio dell’indice generale: +3,4% dal +2,8% del mese precedente. Il carrello è in costante aumento da gennaio e va di pari passo con i prodotti ad alta frequenza d’acquisto. Insomma, le stime preliminari dell’Istat indicano un quadro variegato con tendenze anche opposte e la stabilità del tasso di variazione tendenziale dell’indice generale sintetizza andamenti differenziati dei diversi aggregati: accelerano, come detto, i prezzi degli alimentari non lavorati, di quelli lavorati e dei servizi. Decelerano i prezzi dei beni energetici regolamentati e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.
1 Agosto 2025
Il Sole 24 Ore - Enzo Rocca - Pag. 23
Sostenibilità, standard alleggeriti per Pmi quotate e grandi imprese
Efrag ha pubblicato una versione semplificata degli European Sustainability Reporting Standards (Esrs), riducendo del 57% i dati obbligatori e del 68% le disclosure totali. Gli standard sono ora più agili e adatti alle imprese soggette alla Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), inclusi Pmi quotate. L’iniziativa risponde a una richiesta della Commissione UE nell’ambito dell’Omnibus Initiative per ridurre gli oneri regolatori. La revisione mira a semplificare senza perdere qualità, mantenendo l’ambizione informativa. Il processo si è basato su un ampio coinvolgimento degli stakeholder e un’analisi “top-down” e “bottom-up” dei requisiti. Rafforzato anche il principio di proporzionalità, con meccanismi di sollievo. Aperta dal 31 luglio la consultazione pubblica, che si chiuderà il 29 settembre 2025. Sono previsti eventi informativi e test sul campo. Il parere tecnico definitivo sarà inviato alla Commissione UE entro il 30 novembre. (Ved. anche Italia Oggi: ‘Sostenibilità, Esrs semplificati’ – pag. 24)
1 Agosto 2025
Il Sole 24 Ore - Lorenzo Pegorin, Gian Paolo Ranocchi - Pag. 24
Concordato ‘sfasato’ tra professionista e studio
Le nuove cause di blocco e di cessazione del concordato preventivo biennale che riguardano i professionisti dotati di partita Iva che partecipano associazioni professionali, Stp o società tra avvocati, presentano nodi che dovranno essere sciolti nel corso delle prossime settimane in vista del termine per esercitare l’opzione per l’adesione al Cpb per il biennio 2025-2026. Il nuovo sistema è basato sul concetto ‘o tutti dentro o tutti fuori’. Quindi al Cpb si accede se tutti i soggetti intrecciati dai vincoli introdotti dal Dlgs 81/2025 optano per il concordato. Ed il Cpb cessa di avere efficacia per tutti, se anche uno solo dei soggetti intrecciati ne esce per effetto di una causa di cessazione. Le nuove regole trovano applicazione dalle opzioni esercitate per l’adesione al concordato preventivo per il biennio 2025-2026. Quindi, chi ha optato per il concordato lo scorso anno aderendo alla proposta di concordato per il biennio 2024-2025, non è interessato dai nuovi blocchi e dalle nuove cause di cessazione. Frequenti le casistiche nell’ambito delle quali si assiste a un disallineamento temporale degli effetti delle opzioni per il concordato da soggetti ora vincolati all’opzione congiunta.
1 Agosto 2025
Il Sole 24 Ore - Gabriele Sepio, Vincenzo Sisci - Pag. 26
Imprese culturali e creative, le istruzioni per lo status
Il decreto del Mimit datato 10 luglio 2025 completa il quadro attuativo della disciplina in tema di imprese culturali e creative introdotta dalla legge n. 206/2023. Disciplina che interessa potenzialmente oltre 301 mila organizzazioni. In particolare, l’art. 25 della legge istituisce la qualifica di Icc come veicolo per promuovere e rendere più competitivo il settore culturale e creativo italiano, con il successivo decreto del Mic 402/2024 che ne ha declinato i requisiti soggettivi e oggettivi. Ora il decreto del Mimit disciplina le modalità operative di acquisto dello status di Icc. Nel testo vengono indicate le modalità per iscriversi alla sezione speciale del Registro imprese. Per accedervi gli enti devono risultare iscritti nel Registro delle imprese o, in alternativa, nel Rea. Il requisito funzionale dell’esercizio di un’attività culturale e ricreativa è assolto ogni volta che l’attività prevalente dell’ente coincida con uno dei codici Ateco elencati in un allegato apposito del decreto.
1 Agosto 2025
Italia Oggi - Cristina Bartelli - Pag. 19
Forfettari, 4.000 sulla lista nera
I controlli dell’Agenzia delle Entrate sui flussi finanziari stanno facendo emergere le incongruenze dei forfettari che avrebbero fruito indebitamente del regime agevolato. La lista nera ad elevato rischio fiscale è composta da 4 mila soggetti. I controlli messi in atto dalle Entrate fanno parte di un più vasto progetto di verifiche incrociate con i conti correnti per cui nel 2025 il 10% dell’attività ordinaria di controllo sostanziale è condotta con l’utilizzo di informazioni di natura finanziaria. Fari puntati sulle partite Iva forfettarie che, per l’anno d’imposta 2021, hanno ricevuto pagamenti in misura maggiore della soglia limite all’epoca fissata a 65 mila euro per restare o accedere nel regime agevolativo nel 2022. L’elevato profilo di rischio dei contribuenti segnalati è confermato dalla presenza anche nel 2022 di flussi finanziari di ammontare rilevante.
1 Agosto 2025
Italia Oggi - Giuliano Mandolesi - Pag. 22
Entrate, avvisi last minute
Con un massiccio invio di comunicazioni di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate nell’ultima settimana di luglio anche quest’anno è stata raggirata la sospensione di agosto della trasmissione degli avvisi bonari e compliance. Questo modus operandi del Fisco si era già verificato nel 2024 quando, a partire dalla fine di giugno, si erano susseguite le notifiche di comunicazioni di irregolarità per le dichiarazioni dell’anno d’imposta 2021, le lettere di compliance per presunti incassi Pos non dichiarati nel 2022 ed anche gli avvisi per la liquidazione della tassazione separata sul Tfr erogato nell’anno 2020. Quest’anno, invece, il massiccio invio ha riguardato comunicazioni di irregolarità per i modelli dichiarativi 2023, in alcuni casi anche quelle in cui si chiede la conferma di crediti, sia gli avvisi per la liquidazione della tassazione separata sul Tfr erogato nell’anno 2021.
1 Agosto 2025
Italia Oggi - Duilio Liburdi, Massimiliano Sironi - Pag. 23
Ravvedimento, si salda presto
La legge di conversione del decreto fiscale all’articolo 12 contiene le novità per il ravvedimento. La nuova misura ricalca nella sostanza la precedente sanatoria mantenendosi distinta, però, rispetto a quella precedente soprattutto in ragione al fatto che l’accesso al nuovo ravvedimento è limitato alle nuove opzioni per il biennio 2025-2026 e non consente l’inclusione del periodo d’imposta 2023 per chi, invece, ha aderito al concordato preventivo per il biennio 2024-2025. Per il nuovo ravvedimento i pagamenti dovranno terminare entro il 2026 ma resta operante la proroga dei termini di accertamento. Tutto da valutare l’impatto della nuova sanatoria condizionata alle regole in vigore per le opzioni per il concordato preventivo per il biennio 2025-2026. Possibili intrecci sulla copertura da accertamenti secondo le tipologie di reddito indicate in dichiarazione negli anni pregressi.